SUPERARE LE AVVERSITA’
La vita ci mette spesso alla prova. Ci fa andare avanti e poi tornare indietro. È normale e a tutti capitano momenti favorevoli e situazioni contrarie.
Mia nonna aveva appesa nella sua stanza una targhetta in cui era scritto: “Sempre bene non può durare e sempre male non può andare”.
IL CONTADINO SAGGIO
C’era una volta, nell’antica Cina, un contadino tanto povero quanto saggio. Il suo unico avere era un vecchio cavallo che utilizzava nei lavori dei campi. Un giorno il cavallo improvvisamente sparì. I vicini di casa si recarono dall’uomo e gli dissero: “Che sfortuna che il tuo unico cavallo sia scomparso!”. Il contadino impassibile rispose: “Dipende. Non è detto che questa sia davvero sfortuna”. Manco a dirlo, dopo alcuni giorni il contadino vide arrivare il suo cavallo insieme ad uno splendido stallone selvaggio. I vicini di casa si recarono allora dall’uomo e gli dissero: “Che fortuna, adesso possiedi due cavalli!”. Il vecchio disse ancora: “Dipende. Non è detto che questa sia davvero fortuna!”. Il contadino era vedovo ed aveva un unico figlio che lavorava nei campi. Cercando di domare il cavallo selvaggio il ragazzo cadde e si ruppe una gamba. I vicini commentarono: “Che sfortuna! L’unica persona che poteva aiutarti nell’imminente raccolto si è rotto una gamba”. Il contadino senza battere ciglio rispose con la solita frase: “Dipende. Non è detto che questa sia sfortuna”. Infatti, il giorno dopo, la Cina dichiarò guerra a un Paese vicino e tutti i giovani abili vennero arruolati in un conflitto sanguinoso e violento. Uno dei pochi che non partì per la guerra fu proprio il figlio del contadino, grazie proprio alla sua gamba rotta.
Prova a ripensare, con la mente in piena libertà, a un insuccesso o a un grosso errore che hai commesso nella tua vita. È probabile che, immediatamente, ti rattristerai, ma è probabile che quei presunti fallimenti o errori fossero parte integrante di altre esperienze che hanno comportato più successi che fallimenti; e, riesaminandoli, ti renderai conto che hai imparato di più da quelle sconfitte che da ogni altra esperienza da te fatta in quel periodo. È successo così anche per me. All’ultimo anno di liceo, quindi molti anni fa, rimasi bocciato all’esame di maturità. Sul momento rimasi molto amareggiato. Con gli anni, però, posso dirti che quell’episodio ha cambiato la mia vita. L’anno successivo, ad esempio, ho incontrato mia moglie (cosa che non sarebbe successa se io fossi stato promosso). Terminata la maturità mi sono iscritto al Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione (altro aspetto che non sarebbe potuto accadere se fossi stato promosso la prima volta poiché solo in quell’anno fu avviata quella specifica facoltà).
Ma come possiamo imparare a superare le sconfitte? Innanzitutto è importante a non temere il “fallimento”. Per esempio, invece di rappresentarti il rifiuto in termini negativi tali da bloccarti e non farti agire, puoi, se lo vuoi, associarlo a uno stimolo per andare avanti, per impegnarti ancora di più. Se c’è, infatti, una dote che hanno in genere tutte le persone che hanno raggiunto davvero le più alte vette del successo, è un incredibile livello di ostinazione e di tenacia come dimostrano i seguenti esempi.
Albert Einstein non parlò fino all’età di quattro anni e non imparò a leggere fino ai sette. Il suo insegnante lo definì “mentalmente tardo, asociale e sempre perso nel suoi stupidi sogni”. Fu espulso e gli venne negata l’ammissione al Politecnico di Zurigo.
I genitori del famoso cantante d’opera Enrico Caruso volevano che diventasse ingegnere. Il suo insegnante diceva che non aveva voce e non sapeva cantare.
Walt Disney fu licenziato da un direttore di giornali per mancanza di idee. Inoltre, andò in fallimento diverse volte prima di costruire Disneyland.
Winston Churchill fu bocciato in prima media. Divenne primo ministro quando aveva ormai sessantadue anni e solo dopo una vita di sconfitte e delusioni. I suoi contributi maggiori giunsero quando era ormai anziano.
Questi esempi dimostrano una semplice verità: non ci sono veri successi, senza avversità. Per questo motivo, un altro modo per superare le avversità è imparare dai propri errori.
Thomas Edison, ad esempio, dopo che per 9999 volte aveva tentato di perfezionare la lampadina elettrica senza riuscirci, qualcuno gli domandò: “Hai forse intenzione di andare incontro a 10.000 fallimenti?”. La risposta di Edison fu: “Io non fallisco, semplicemente, ho scoperto un altro modo di non inventare la lampadina elettrica”. Edison, in realtà, aveva scoperto che considerando in modo diverso gli errori si ottengono risultati migliori.
In effetti, se ci pensiamo bene, le grandi lezioni di vita le abbiamo imparate commettendo errori. Quante volte siamo caduti da piccoli per imparare a camminare o per imparare ad andare in bicicletta?
Perciò il consiglio che mi permetto di darti è quello di pensare sempre che NON ESISTONO FALLIMENTI O ERRORI ma soltanto ESPERIENZE. Ma c’è ancora un aspetto da evidenziare. Non basta fare ESPERIENZE. È importante anche IMPARARE DALLE ESPERIENZE. Quanti individui, infatti, continuano a commettere sempre gli stessi errori? Per non fare come loro è fondamentale tenere traccia dei propri sbagli e imparare da essi per cercare di non fare gli stessi errori.
Tratto dal mio libro “Rendere al massimo”, Casa Editrice De Vecchi